Bocciate le due petizioni popolari
Nella seduta del 16 giugno, a partire dalle ore 20 e fino alle ore 23.30 ca., il consiglio comunale di Trieste, dopo due precedenti e consecutivi rinvii, ha discusso e votato le due petizioni di iniziativa popolare presentate dai radicali di Trieste per l’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti (insieme al Gruppo Beppe Grillo Trieste) e di un registro comunale sul testamento biologico: entrambe le petizioni sono state bocciate dalla maggioranza dei consiglieri presenti, 37 sui 40 che compongono il consiglio.
Per quanto riguarda la petizione sull’APE i contrari hanno prevalso per appena 5 voti: hanno espresso la propria dichiarazione di voto a favore i capigruppo della minoranza di centro-sinistra, mentre dalla maggioranza sono state espresse critiche al testo della petizione circa gli aspetti relativi alla privacy e al presunto disinteresse dei cittadini circa l’attività dei propri rappresentanti.
La presentazione della petizione fatta da Paolo Menis (Amici di Beppe Grillo) è stata interrotta dal consigliere Camber (Forza Italia) per chiedere che non fosse consentita la ripresa in video della seduta che stava effettuando un collaboratore dello stesso Menis, giornalista pubblicista e di conseguenza successivamente autorizzato dal presidente del consiglio comunale.
Successivamente, la petizione sul registro per il testamento biologico, dopo la presentazione fatta dal relatore Marco Gentili (Radicali) che ha ricordato il ricorso presentato al difensore civico ed al prefetto circa il rinvio della discussione oltre il limite fissato dal regolamento del consiglio comunale, ha visto la discussione farsi più accesa con numerose iscrizioni a parlare e richiami polemici da entrambe le parti al caso Englaro.
Nelle dichiarazioni di voto contrario da parte dei capigruppo della maggioranza sono stati mossi rilievi di tipo etico e religioso, da Sasco (Udc) e Porro (misto), mentre la consigliera Brandi (An), pur dicendosi favorevole nel merito al testamento biologico, ha affermato che in mancanza di una legge nazionale la petizione popolare non avrebbe alcun valore e sarebbe dunque da considerare “carta straccia” esprimendo voto negativo a nome di tutta la maggioranza; interventi a favore della petizione sono stati quelli di Giorgi (Forza Italia) e del presidente del consiglio comunale Pacor (Partito Repubblicano).
Tra le fila della minoranza, invece, hanno espresso la propria posizione tutti i consiglieri, con una notevole varietà di posizioni, tra cui quella del consigliere del Pd, Toncelli, dichiaratosi contrario nel merito, che ha inoltre sollevato questioni di carattere giuridico circa l’utilizzo dell’istituto del testamento analogamente al consigliere Minisini (misto) che ha espresso un “no tecnico”: l’esito del voto ha visto prevalere i contrari alla petizione con 24 voti contro 12, di cui 8 consiglieri della minoranza favorevoli e con l’astensione del consigliere di minoranza Edera (Lista Rovis) dichiaratosi impreparato rispetto alla definizione di testamento biologico.
Al di là dell’esito negativo di entrambe le petizioni, va registrato che si è trattato di un precedente importante e positivo circa la possibilità di inserire nell’agenda della politica comunale tematiche che altrimenti non troverebbero spazio di discussione e di confronto: quello della petizione popolare, inoltre, sembra essere lo strumento adatto a permettere che in consiglio trovino ospitalità quei movimenti e quelle forze politiche che non hanno una rappresentanza di eletti, pur registrando significativi consensi come nel caso di Radicali (4,1 % dei voti a Trieste alle recenti Europee) e Amici di Beppe Grillo.
Nicola Natalè